Con gli avanzi della frutta secca delle festività, ho preparato questo vero concentrato di profumi e sapori, adatto a consumarsi nel periodo successivo alla dieta post abbuffata. Quale migliore inizio per una dolcezza da gustarsi poco alla volta nel tempo: leccornia squisita veramente, non credo che vi verrà più voglia di un panforte qualsiasi...
Ingredienti Forma da crostata Ø 28/30 cm Impasto: -200 gr di miele (di melata) -100 gr di zucchero di canna -200 gr di mandorle leggermente tostate -50 gr di pinoli leggermente tostati -250 gr di fichi secchi a pezzi (bagnati nel rum) -250 gr di datteri (sfusi) snocciolati -100 gr di uva passa -30 gr di farina bigia setacciata con -20 gr di cacao amaro in polvere Aromi: -scorza grattata di 2 arance -2 rametti di rosmarino sminuzzato -10 grani di ginepro triti (punta di coltello) -1 cucchiaino da thè di semi di papavero -½ cucchiaino da thè di vaniglia polverizzata -1 pizzico di finocchietto tritato -1 macinata di pepe rosa - sale, un pizzico Rifinitura: -2 cucchiai di nocciole grattugiate da sparpagliare nella forma -2 cucchiai di zucchero al velo (meglio se vanigliato)
Preparazione . In una padella capace a fuoco medio/alto, portare a bollore il miele con lo zucchero.
. Versare nell’ordine tutti gli altri ingredienti facendoli imbibire per bene, continuando sempre a mescolare, infine unire gli aromi.
. Rivestire la forma con la cartaforno bagnata e strizzata, per avere un rivestimento stabile. . Aggiungere sul fondo le nocciole grattugiate. . Versare la massa che andrà schiacciata per bene e pareggiata con le mani bagnate. . Infornare a 200° nella prima scanalatura dal basso per 10 min. . . Quando raffreddato, togliere dalla forma e spolverare con lo zucchero al velo.
. Quindi trasferire il panforte su un foglio di alluminio, sigillare e lasciare riposare per 2 giorni prima di gustare. . Siccome questa prelibatezza risulta appiccicosa quando si taglia, è meglio suddividerla tutta prima di servire. A fettine o trancetti si conserverà a lungo mantenendo i propri aromi se riposti nella carta stagnola.
Note: Le buccette candite sarebbero un prezioso valore aggiunto. Discorso a parte sull’ostia che usualmente riveste bordo e fondo di questo dolce. Un tentativo fallito di cucinarne una in casa, ricompensata però dalla crosticina leggermente tostata dei bordi che è mille volte più gustosa della neutra ostia.